Non si tratta di guarire
By Alessandra Pollina / agosto 5, 2022 / Testimonianza / 0 CommentsAlice è arrivata al mio ultimo corso Fare Pace col Cibo con il suo sguardo attento, silenziosa, e con una buona dose di dubbi. Ascoltava, osservava. Si impegnava in ogni pratica ed esercizio, nonostante le difficoltà. Ricordo il modo ponderato e sincero con cui si è avvicinata a tutto ciò che abbiamo fatto insieme.
Il percorso dura 5 giorni, intenso, a volte porta tanta emozione, momenti facili e momenti difficili, ma anche tanto essere insieme, sentirsi vicini e connessi.
A volte accade che i semi che annaffiamo insieme, abbiano bisogno di un po’ di tempo per germogliare e quando lo fanno, vuol dire che la terra è pronta. Così come le altre condizioni, il sole, la luce, la pioggia che non dipendono da noi o dalla nostra volontà, ma sono altrettanto importanti.
Ecco dunque la toccante testiominanza di una ragazza che sta facendo il proprio percorso con tanta amorevolezza e saggezza, e sta vedendo sbocciare questi piccoli ma coraggiosi germogli.
“Ciao Alessandra,
volevo raccontarti l’insperato successo seguente al percorso che abbiamo fatto assieme.
Dopo quei cinque giorni che per me sono stati un faccia a faccia intensivo con i miei disturbi del comportamento alimentare, il rientro a casa è stato – concedimi il termine – traumatico.
Crollo di nervi, nervosismo, frustrazione?
Non saprei, ho sempre faticato a identificare anche solo la presenza delle mie emozioni, figuriamoci riconoscerne l’identità.
Ho sfogato tanto nel cibo, ho fatto incetta di malumore e peso, peso e malumore.
Dopo qualche settimana così, qualcosa ha iniziato a cambiare.
Ho cominciato a piccolissimi passi a provare a vedere me stessa, non attraverso i miei strati di adipe, ma per la persona che sono.
Sto sostituendo il lavaggio del cervello della “diet culture” e di questa società grassofobica con la filosofia del mindful eating, che molto gentilmente tu hai condiviso con noi.
Ci ho messo circa 4 mesi di “elaborazione dati” e detox dal pensiero comune per cominciare a vedere un miglioramento, ma adesso lo vedo, e sono immensamente felice.
Il miglioramento non concerne il diabolico numeretto nel display della bilancia, che non so neanche quale sia attualmente, c’entra invece con il mio rapporto con il cibo.
Non è più il mio pensiero ossessivo h24, non è più la mia valvola di sfogo, non è più la mia fustigazione.
E non perché io abbia già raggiunto la consapevolezza di essere una persona valida e meritevole (ne ho di strada da percorrere per arrivare a questo!), semplicemente perché tutte le colpe che continuamente mi attribuisco, con il cibo non c’entrano assolutamente nulla.
Ed ecco che non peso più il cibo, cerco di ascoltare il mio corpo e di esaudirlo e, per quanto non lo pensassi possibile, questo mi ha portato a chiudere con le abbuffate.
Non c’è sforzo, non c’è impegno, solo un grande cambiamento nella mia testa.
È da due mesi che le cose vanno così, e due mesi sono pochi, ma diventano davvero tanti se contiamo che negli ultimi 6 anni il cibo è sempre stato gioia e dolore, conforto e punizione. Per 6 anni ogni giorno il mio pensiero costante.
Sono pronta a continuare questo percorso, sono pronta ad accettare anche di ricadere nelle vecchie abitudini, perché lo sappiamo, le relazioni tossiche sono dure a morire.
Ma sono diversa.
Amo questi due mesi in cui il cibo è stato il mio sostentamento, anche un piacere certo, ma non più l’epilogo di ogni mia emozione, negativa o positiva che sia.
Ci tengo a farti sapere che il percorso che abbiamo fatto continua ad essere per me di enorme aiuto, e se un giorno potrò dire di essere guarita, una buona parte di merito è attribuibile a te e al mindful eating.
E in realtà non si tratta di una guarigione, ma di un cambiamento.
In qualche modo ho imparato anche ad amare il mio rapportarmi al cibo degli ultimi 6 anni, perché sono profondamente innamorata della vita, e tutto è un dono immenso, e anche la possibilità di rispondere alle emozioni con il cibo diventa bella dal momento in cui puoi scegliere.
Grazie per tutto”
Alice