MINDFUL EATING

Cosa è

Mangiare in modo Consapevole significa fare intenzionalmente attenzione mentre mangiamo, rimanendo pienamente presenti a tutto ciò che accade momento per momento dentro di noi  – nel nostro corpo, nella mente e nel cuore – e fuori di noi, nel nostro ambiente con gentilezza, apertura e curiosità, senza attitudine critica o giudicante.

Non tratta di diete o restrizioni, non è una tecnica orientata al raggiungimento di risultati, è piuttosto un modo di essere presenti e di andare incontro a noi stessi e a tutto ciò che accade nella nostra vita con cuore aperto e mente attenta. Ha a che fare con l’accogliere noi stessi così come siamo indipendentemente dalle nostre condizioni fisiche o dalle misure del nostro corpo.  Non si occupa di cosa o quanto mangiamo, ma di come mangiamo.

Grazie al Mindful Eating possiamo diventare consapevoli dei segnali del corpo, così come dei pensieri e delle emozioni che ruotano attorno all’esperienza del mangiare: boccone dopo boccone, impariamo a riconnetterci alla saggezza del nostro corpo, utilizzando tutti i sensi e diventando consapevoli dei segnali di fame fisica, sazietà e soddisfazione.

Traendo piacere dall’esperienza del mangiare, cambiando e rendendo più serena la relazione con il cibo e con il nostro corpo.

Cosa non è

  • Non è un metodo per perdere (o acquisire) peso
  • Non è una dieta, non dà indicazioni nutrizionali, nè di esercizio fisico
  • Non è una “tecnica”
  • Non è un quick fix, una soluzione rapida
  • Non ha a che fare con risultati o raggiungimento di obiettivi
  • Non riguarda deprivazioni o metodi restrittivi
  • Non dà indicazioni caloriche, cibi permessi o vietati
  • Non è qualcosa che può essere applicato, prescritto, fornito dall’esterno
  • Non comporta sforzo, costrizione, forza di volontà, controllo

Cosa può offrire

  • Ristabilire una relazione salutare e gioisa col cibo
  • Distinguere I 9 tipi di fame
  • Notare la differenza fra sazietà e soddisfazione
  • Imparare a relazionarsi in modo diverso col cibo e col mangiare
  • Riconnettersi con i cinque sensi e con la saggezza del nostro corpo
  • Differenziare la fame fisica dalla fame emotiva
  • Imparare a esplorare, a scegliere, con curiosità
  • Ascoltare il cuore: ….di cosa abbiamo veramente fame?
  • Accogliere se stessi e le cose così come sono, senza giudizio
  • Passo per passo, darsi il tempo

La ricerca

Esiste ormai un’ampia letteratura scientifica in merito alle applicazioni della Mindfulness in varie aree legate alla salute e alla gestione dello stress, e anche la ricerca sul Mindful Eating  sta iniziando a svilupparsi in molti paesi.

La ricerca mostra che il Mindful Eating influenza i seguenti aspetti:

  • livello di consapevolezza
  • fiducia in se stessi
  • felicità
  • compassione (verso se stessi e gli altri)
  • stabilità dell’umore
  • visione della vita
  • depressione
  • sensazioni di agio
  • sensazioni di interconnessione.

Per chi fosse interessato, è possibile trovare un elenco degli studi e delle ricerche sul Mindful Eating a livello internazionale, su questo documento del TCME The Center for Mindful Eating – USA

Testimonianze

Ho visto, ho odorato, ho toccato, ho gustato, ho sentito, ho una possibilità.
In questo meraviglioso viaggio negli abissi più profondi di me non ero mai sola. Ero al sicuro. E di questo non smetterò mai di ringraziare Alessandra . Ma ora ringrazio anche me. Di essermi concessa di andare a vedere cosa c è! Di andare là dov’è nessuno parla mai. Perché ci sono solo azioni e fuggi fuggi. È stata un esperienza intensa , emotivamente potente nel senso che senti. E sentire non è così semplice. Ho imparato che posso surfare anche dalla cucina di casa mia. Cado ma poi mi rialzo. E va bene così.
Ho imparato che posso accarezzarmi i capelli da sola, che posso abbracciarmi  ed essere abbracciata. Che posso stare in silenzio. Che posso fermarmi. Che posso rallentare. Che posso ascoltarMi. E io ho tante cose da dire e da dirmi.  E ho tanti bisogni. Sepolti da anni di polvere e tappeti dove metterla.
Ho imparato che l universo non c’è l ha con me.
Ho imparato che :
È solo pioggia , è solo cibo , è solo un corpo. Ma è il MIO. E insieme al mio cuore è un posto meraviglioso dove stare. E questa per me è una grandissima possibilità.

Angelica

Sto facendo riposare dentro di me l’intensità dei giorni trascorsi insieme a Pomaia.

L’esperienza di un ritiro di più giorni è stata una rivelazione e mi ha mostrato così tanto di me, della fatica, del dolore, dell’armonia di un gruppo, delle incertezze, delle paure.

Ma l’insegnamento più grande, quello che come un piccolo seme sto cercando di coltivare giorno per giorno, è quello sulla gentilezza.

Sto imparando solo adesso, alla soglia dei 50 anni, cosa vuol dire essere gentili verso se’ stessi.

Come si dice ogni volta (ed è verissimo), si tratta del cammino di tutta una vita, ma io sono semplicemente aperta a questo cammino, e questa modalità mi viene soprattutto dai giorni di Pomaia.

La connessione che provo, non solo con te, ma anche con i partecipanti al nostro gruppo di mindful eating, è la delizia della mia quotidianità.

E la connessione con me stessa: un sentire tanto nuovo, eppure che ha qualcosa di profondamente antico.

Sto lavorando sul corpo, sulle sensazioni, sull’accogliere anche il disagio e abitarlo.

Tutto semplice, niente facile.

…al meglio possibile!

Elena

Fare Pace col Cibo è stato uno spazio sicuro in cui mi sono concessa di sentire le emozioni senza annientarle; le ho riconosciute, ho permesso che mi parlassero di me, di come mi sento e di quello di cui avrei bisogno. Ho scoperto un contatto amorevole con il mio corpo; mi sono scoperta capace di avere delle intenzioni gentili e tenere anche verso me stessa, non solo regole, giudizi e disprezzo.

Una delle cose più importanti che mi sono portata a casa è stata la consapevolezza che il cibo non risolve i problemi, i vuoti, le mancanze; è solo un anestetico provvisorio.

Fare Pace col Cibo non è stato affatto una soluzione rapida. È stato per me l’inizio di una consapevolezza nuova poiché adesso, quando avrò l’impulso di sfogarmi mangiando, penserò che ho altre alternative, che non sono spacciata. Potrò provare a stare ferma nelle sensazioni che mi agitano e respirare..cercando sempre di fare al meglio possibile.

Virginia

Il corso è stato molto intenso ed avevo bisogno di metabolizzare almeno un pochino i tanti spunti che avevo ricevuto e di vedere cosa sarebbe successo una volta tornata nella mia quotidianità. Adesso che è passata una settimana posso dire che continuo a vivere queste nuove sensazioni di benessere e di rinnovamento che piano piano si sono intrufolate dentro di me durante il corso, cercando di farsi sempre più spazio.

Ricominciare ad ascoltare il mio corpo ed il mio stomaco è stata una bella novità; finalmente, dopo anni, non sentirmi più a dieta ma provare per la prima volta a mangiare quello che sento e quanto il mio stomaco mi chiede, senza dover seguire un piano nutrizionale compilato da altri. Mi ha fatto sentire libera e padrona di me stessa…e sto anche riscoprendo il piacere di mangiare un po’ di tutto, con consapevolezza, senza pensare a grassi e calorie!

Diventare consapevole delle emozioni che provo e di come il mio corpo reagisce ad esse è stato un altro passo importante, che mi sta aiutando, non soltanto nei confronti del cibo, ma anche in tanti altri momenti. Mi sento più rilassata e di buon umore, anche se non mancano i momenti critici… ma è come se avessi imparato a conoscermi meglio e ad ascoltarmi di più.

Sono talmente tanti e tanto importanti gli stimoli che ho ricevuto che mi farà piacere riscoprirli un po’ alla volta nelle prossime otto settimane attraverso le tue mail.

Ti ringrazio per la delicatezza e la gentilezza con cui conduci i tuoi corsi.
Lorenza

Lorenza

Condivido con te questa mia “nuova” (a dire il vero accade da un po’) realtà: io non mangio più mentre faccio qualcos’altro! Rimando tutto a dopo, a dopo aver mangiato e gustato il mio cibo prediletto. Telefonate, chiacchiere e…pensieri!
Sono consapevole che fare, o dire o pensare, mi precluderà la possibilità di godere appieno del sapore, dell’odore e del calore del cibo! Pensando, o parlando, mi ritroverò ad aver mangiato senza essermene accorta. Prima di mangiare faccio sempre questa considerazione, mi dico proprio: “occhio ragazza! stai sul momento o svanirà e ne dovrai mangiare due di questi cornetti per sapere che sapore abbiano.
È vero! I semi del mindful eating possono germogliare anche dopo molto tempo 🌱!
Come sempre, e per sempre, GRAZIE!

Elena

E’ sempre più chiaro per me, che fino a che non sentiamo profondamente di essere “abbastanza”, sarà difficile amarci davvero, prenderci cura davvero di noi stessi. Per questo vorrei lavorare contemporaneamente su due aspetti: concedermi qualche “imperfezione” in più ricordandomi che non sono perfetta ma merito amore; in parallelo, nutrirmi di pratiche quotidiane che so essere utili al mio benessere, come meditare e “rallentare” per “sentire” più profondamente e per essere nel momento presente con maggiore intensità.

Francesca

Sto sostituendo il lavaggio del cervello della “diet culture” e di questa società grassofobica con la filosofia del mindful eating, che molto gentilmente tu hai condiviso con noi.
Ci ho messo circa 4 mesi di “elaborazione dati” e detox dal pensiero comune per cominciare a vedere un miglioramento, ma adesso lo vedo, e sono immensamente felice.
Il miglioramento non concerne il diabolico numeretto nel display della bilancia, che non so neanche quale sia attualmente, c’entra invece con il mio rapporto con il cibo.
Non è più il mio pensiero ossessivo h24, non è più la mia valvola di sfogo, non è più la mia fustigazione. Ed ecco che non peso più il cibo, cerco di ascoltare il mio corpo e di esaudirlo, e per quanto non lo pensassi possibile questo mi ha portato a chiudere con le abbuffate.
Non c’è sforzo, non c’è impegno, solo un grande cambiamento nella mia testa.

Alice

Con la sua dolcezza, la sua empatia, la sua positività e la sua presenza non giudicante, Alessandra offre uno spazio sacro e sicuro nel quale  iniziare il percorso della consapevolezza, che poi è capace di guidare con leggerezza e confidenza, segno di lunga esperienza e profonda conoscenza.
Sono stata molto fortunata ad aver seguito Alessandra nei percorsi di MBSR e Mindful Eating che sono stati per me bellissimi e profondamente utili.

Matilde

Da queste lezioni è cambiato tanto il mio rapporto con il cibo: non c’è bisogno di una dieta (anche se da tanto non la facevo e non mi pesavo regolarmente, comunque pensavo che sarebbe stato meglio farla), ma di un rapporto con il cibo consapevole e gentile; non esistono cibi ‘proibiti’, ma cibi che ci fanno bene e ci fanno star bene; il nostro modo di nutrirci cambierà con gradualità in un percorso che ci dovrebbe accompagnare tutta la vita; l’importanza del respiro nei momenti di difficoltà.

Una cosa importante che ho capito è che spesso cerco nel cibo la risposta ad altri bisogni; quindi da ora in poi vorrei fare molta attenzione a mangiare solo quando sento fame e vorrei anche sforzarmi di capire quali sono i miei bisogni/desideri e provare a soddisfarli nel modo migliore.

Il corso mi ha anche insegnato a osservare i pensieri; per me i pensieri spesso sono ossessivi (di solito di notte), non riesco a liberarmene; ora ho capito che è meglio guardarli come se fossero esterni a me e dargli il giusto peso. Questo non vuol dire che ho imparato a farlo, ma almeno ho intuito la direzione in cui andare.

Poi ci sarebbero molte altre cose, ma suggerisco a chi legge di fare il corso, perché è stimolante e Alessandra è molto brava; mi è anche piaciuto il fatto di poter parlare con un’altra partecipante e di avere una compagna di riferimento per tutta la durata del corso, con cui ci siamo sentite frequentemente e con cui si è stabilito un bel rapporto.

Maria Laura

Il corso di Mindful Eating è stato per me un’esperienza sorprendente, che mi ha insegnato che posso mangiare in modo più sereno ed equilibrato senza dovermi attenere a rigide regole e soprattutto senza sensi di colpa, ma semplicemente diventando consapevole di quello che faccio e di quello che mi spinge a farlo. Alessandra mi ha aperto le porte di un nuovo modo di apprezzare il cibo e per questo le sono molto grata.

Caterina

Mi rassicura sapere che gli atomi che formano le mie molecole non sono esclusivamente miei, ma una eredità dell’umanità, del nostro intero pianeta, e che in futuro si troveranno sparsi in chissà quale pianta, animale o essere umano.

Amo l’idea che gli atomi del mio viso fossero un pezzo di cielo, o che le particelle delle mie gambe appartenessero ad una farfalla.

Vorrei che nel cuore ci fosse almeno qualche atomo di tulipano, e nel sangue acqua di mare.

Chissà, poi se qualche foglia colorata d’autunno è dentro di me, o se sono parte di un fiore di pesco.

Siamo un tutt’uno.. Siamo ovunque e lo saremo per sempre.

Tiziana

…Vi è mai capitato di fare un viaggio in Sardegna?

Avete presente l’intensità del calore di un raggio di sole sul viso appena atterrati? Il profumo di macchia mediterranea che pervade l’anima e riempie il cuore? Il sapore genuino del mirto prodotto con amore? L’azzurro dell’acqua, cosi acceso da annullare il confine con il cielo? Il suono dei gabbiani che volano sugli scogli al tramonto?

Non è altro che libertà, armonia, pace.

Percepire in un istante la vita, lo stupore di essa e l’infinita bellezza dell’essere.

Sentire. Sentire sulla pelle, negli occhi, nella bocca, nelle orecchie, nel respiro, riscoprendo sensi che non “ci appartengono”: tanto silenziosi nella quotidianità, quanto melodici nel fermarsi dei minuti che scorrono impetuosi.

Cullare energia e abbandonarsi alla leggerezza di Essere ed Esserci.

Godere dell’essenza, del privilegio del tempo, della cura dell’animo, del cuore, di ogni cellula, molecola, atomo del nostro corpo, del nostro tempio.

…La mindful eating è la “Sardegna dell’Anima”: un dolcissimo viaggio alla riscoperta del Sè.

Elena

Da poco tempo mi sono avvicinata alla mindfulness, per cui la considero ancora un mondo da scoprire e di cui apprezzarne appieno gli effetti. La giornata “Mangiare consapevole” è stata una esperienza piacevole e istruttiva che ha sollecitato in me il desiderio di imparare e scoprire di più al riguardo. Essere “l’investigatore” di me stessa e del mio quotidiano è impegnativo, ma credo che pian piano porti a delle scoperte importanti. Considero quindi la giornata come un primo passo verso una consapevolezza piena di me, delle mie sensazioni, delle mie emozioni e dei miei sentimenti.

Stefania

Ho apprezzato soprattutto il fatto che non ci fosse nessun tipo di giudizio, ma solo ascolto e comprensione da parte delle altre componenti del gruppo, con le quali si è instaurato un bellissimo rapporto di affetto e stima reciproca.
Mi è piaciuto come questo corso fin da subito non abbia avuto la pretesa di insegnarci un metodo “miracoloso” per risolvere le nostre difficoltà, ma come una guida, un aiuto per affrontare il problema con consapevolezza e serenità.
Mi mancherà la costante presenza di Alessandra, che ci guidava nel cammino con gentilezza, calma e saggezza.

Elena

Tutte le piccole strategie che abbiamo condiviso e sperimentato durante il corso hanno portato grande beneficio nella mia quotidianità e nel mio rapporto con il  cibo e  il mangiare: gustare pienamente il cibo con tutti i sensi, verificare il livello di fame e di soddisfazione e come questi cambiano mentre vado avanti a mangiare, lasciare il cibo nel piatto senza sentire il bisogno di finire tutto, poter scegliere.

Antonella

Ho imparato che posso accogliermi così come sono, imperfetta. Che non posso cambiare le emozioni legate al passato, ma posso decidere di vivere nel presente e scegliere un’alternativa. Che non è necessario essere buona/brava per essere amata.

Fare Pace col Cibo significa non essere più in lotta con il cibo, viverlo con la consapevolezza che il “cibo è solo cibo”. Poter scegliere cosa mangiare liberamente, istintivamente e gustarlo con leggerezza.

Non divorare il pasto in modalità “prima faccio, prima mi tolgo il pensiero”, ma viverlo nel qui ed ora.

Ho trovato utile imparare a mettere uno spazio tra l’impulso e l’azione di mangiare: fermarsi, respirare, ascoltarsi, verificare l’emozione e NON GIUDICARSI; e se non sempre ci riesco già il rendermene conto è positivo. 

Lorenza

Fare pace col cibo me significa mangiare senza poi sentirmi in colpa; mangiare con gusto e per fame, ascoltando il mio senso di sazietà e anche riconoscendo i diversi tipi di fame. Volermi bene e fidarmi del mio corpo e della mia saggezza interiore.

Durante il corso ho apprezzato la “leggerezza” con cui sono stati trattati gli argomenti, il non giudizio, l’ascolto, i consigli dati attraverso letture, spunti e meditazioni.

Elena

Fare pace col cibo significa liberare il cibo da tutti i significati che niente hanno a che fare con il cibo. Come abbiamo ripetuto molte volte durante il corso, il cibo è solo cibo, non è nient’altro. Non è amore, anche se è fatto con amore, non è “legame” anche quando si mangia tutti insieme, non è il “cordone ombelicale” che ti tiene unito alla famiglia. Il cibo è solo cibo. Può essere lasciato nel piatto, può essere mangiato finché si ha fame.

Oltre agli esercizi durante gli incontri e ai “compiti per casa”, che ritengo siano stati fondamentali per questo percorso, ho ritenuto molto utile la condivisione delle esperienze di ciascuna di noi. Dai racconti delle altre, mi sono resa conto di quante cose siano comuni nel rapporto con il cibo.

Beatrice

Fare pace col cibo significa da una parte esaltare il cibo: sperimentarlo con tutti i sensi, provare gratitudine per averlo, ripercorrere la sua storia, trarne godimento. Dall’altra parte però significa ridimensionare il cibo: farlo essere solo cibo, il nostro nutrimento, levandogli tutte quei significati o quelle colpe che spesso gli attribuiamo. A stare con ciò che emerge, accoglierlo, senza dover necessariamente provvedere a modificarlo o risolverlo. Andare oltre. C’è altro oltre al cibo. C’è la vita. La vita assaporare, da gustare, con i suoi mille sapori…e da cui, forse, lasciarsi un po’ imboccare.

E’ stato importante nel corso sperimentare direttamente con il cibo. Ogni esercizio che abbiamo svolto concretamente con il cibo è stato per me utilissimo.

Maria

E’ stato importante sentire di essere ascoltata, acquisire strumenti semplici ma utilissimi nella gestione del cibo in relazione alle emozioni (le meditazioni brevi,  il rimando al rallentare e al respiro), vedere le esperienze e i cambiamenti degli altri nel corso dei vari incontri. Ho imparato che sono forte ma anche immensamente fragile, ho dettagliato alcune mappe di riferimento, ho realizzato che quando le persone sono generose nel condividere con gli altri parti di sé, l’ansia se ne va lasciando il posto alla tenerezza e che se la voce critica passa dal cuore diventa più gentile e procedo meglio.

Chiara

Fare pace con il cibo significa dargli il suo giusto valore e il suo corretto significato. Il cibo non è il riflesso del nostro dolore, il capro espiatorio di colpe immaginarie, non è esso stesso colpa; il cibo è nutrimento e ci mantiene in vita. Dargli la giusta importanza ed apprezzarlo per quello che è significa, quindi, accettare ed apprezzare la vita nella sua totalità. Ho apprezzato soprattutto il fatto che non ci fosse nessun tipo di giudizio, ma solo ascolto e comprensione da parte delle altre componenti del gruppo, con le quali si è instaurato un bellissimo rapporto di affetto e stima reciproca. Mi è piaciuto come questo corso fin da subito non abbia avuto la pretesa di insegnarci un metodo “miracoloso” per risolvere le nostre difficoltà, ma come una guida, un aiuto per affrontare il problema con consapevolezza e serenità. Mi mancherà la costante presenza di Alessandra, che ci guidava nel cammino con gentilezza, calma e saggezza.

Ho imparato che il “tutto e subito” non esiste e che il percorso che può portarmi verso la guarigione posso farlo solo io. Non c’è nessuna bacchetta magica che possa far sparire la sofferenza, ma allo stesso tempo devo concedere agli altri di entrare nella mia gabbia e capire le ragioni del mio comportamento.

L’ ironia e l’ autoironia non sono la soluzione, anzi: a lungo andare possono essere più dannose delle offese dirette.

Elena
Fare pace col cibo